Pagina (496/624)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Egli vedeva bene che, come accadeva spesso, quando la sua brutalità e violenza infieriva sopra i deboli, Tom lo biasimava, poiché tanto sottile è l’atmosfera dell’opinione, ch’essa può farsi sentire senza articolar parola: e anche quella d’uno schiavo riesce ingrata al suo padrone. Tom aveva manifestato in varie guise un sentimento d’affetto per i suoi compagni di dolore, strano e nuovo per essi, che non era sfuggito all’occhio geloso di Legrée. Comprando Tom, costui aveva avuto intenzione di farne una specie di agente al quale potesse talvolta, nelle sue brevi assenze da casa, commettere la cura dei suoi affari. Ma per essere il supplente di Legrée, tutte le condizioni necessario si restringevano in una sola: la crudeltà. Legrée, vedendo Tom tanto docile, sperava di avvezzarlo a modo suo; e trascorse poche settimane da che Tom si trovava colà, egli risolvette di mettersi all’opera.
      Una mattina, mentre tutti gli schiavi radunati si disponevano a partire per i campi, un viso nuovo eccitò l’attenzione di Tom.
      Era una donna di alta statura, di forme svelte, con mani delicate e vestita in modo assai decente.
      Al vederla, pareva che non oltrepassasse i trentacinque o i quarantenni; la sua fisonomia era di quelle che non si possono dimenticare quando si son vedute una volta; essa rivelava una storia dolorosa e romantica. Aveva la fronte ampia e le sopracciglia disegnate mirabilmente; il naso diritto, regolare; la leggiadra bocca e i graziosi contorni della testa e del collo mostravano che una volta essa era stata molto bella; ma il suo viso era solcato dal dolore e da ambasce fieramente sostenute.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





Tom Legrée Tom Legrée Tom Tom Tom