— Obbedirà sotto la frusta, non dubitare; — disse Legrée — ma siccome il lavoro è urgente, non bisogna per ora renderla inabile al lavoro. Essa è delicata, e le ragazze di quella complessione si fanno ammazzare piuttosto che cedere.
— Ad ogni modo Lucy è proprio un’infingarda. Non vuol far nulla, e Tom lavorava per lei.
— Sì, eh? Ebbene, Tom avrà il piacere di frustarla. Egli comincerà così la pratica del mestiere; ma non saprà mai far le cose meglio di voialtri diavoli. —
I due sciagurati proruppero in una risataccia veramente infernale che pareva un’adeguata espressione del nome terribile che dava loro il padrone.
— Ma, padrone, Tom e miss Cassy le hanno riempito il canestro, in modo che vi sarà buon peso.
— Peserò io stesso, — rispose Legrée con accento significativo. I due custodi ricominciarono le loro diaboliche risa.
— Sicché dunque, — riprese egli — miss Cassy ha fatto la sua giornata?
— Essa coglie il cotone più lesta del demonio e di tutti i suoi angeli neri insieme.
— Credo davvero ch’essa li abbia in sé tutti quanti, — soggiunse Legrée.
E proferendo una bestemmia s’avviò alla sala della pesatura.
Lentamente s’avanzarono quegli scoraggiati, affranti di stanchezza, e ciascuno presentava il suo canestro alla stadera, tremando. Legrée notava il peso su di un’ardesia di contro ai nomi iscritti. Pesato ed approvato il suo canestro, Tom guardava ansiosamente per saper la sorte della povera donna ch’egli aveva aiutata. Camminando a fatica, essa venne e presentò il suo canestro. V’era buon peso.
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Legrée Lucy Tom Tom Tom Cassy Legrée Cassy Legrée Tom
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