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      — A nulla giova, mio sventurato amico, — ella disse finalmente — a nulla giova ciò che oggi avete tentato. Voi siete un bravo figliuolo! La ragione era dalla vostra parte; ma vedete, ogni resistenza è inutile. Siete nelle mani del diavolo; egli è il più forte, e bisogna cedere.
      — Oh, buon Dio! — esclamò Tom gemendo. — Come posso cedere?
      — Non giova qui invocare Iddio; Egli non ascolta mai, — disse la donna con voce ferma. — Io credo che non vi sia Dio; e, se c’è, sta contro di noi. Tutto è contro di noi: il cielo e la terra. Tutto ci spinge verso l’abisso! Come non cadervi? —
      Tom chiuse gli occhi e rabbrividì al suono di coteste parole d’ateismo.
      — Vedete, — continuò la donna — voi non sapete nulla di quanto avviene quaggiù; ma io so tutto. Sono stata in questa abitazione cinque anni, corpo e anima sotto i piedi di quest’uomo, e l’aborrisco al pari del demonio. Voi siete qui in una piantagione isolata, dieci miglia distante da ogni altra, in mezzo alle paludi; qui non c’è una sola persona bianca che possa far da testimonio se voi siete bruciato vivo, o tagliato a pezzi, o gettato in pasto ai cani, o impiccato, o flagellato fino alla morte. Qui non esiste legge divina né umana che possa minimamente proteggervi. E quest’uomo è capace di tutto, né rifugge da qualunque enormità. Vi farei rizzare i capelli in testa narrandovi quello che ho visto, quello che so. E non c’è resistenza possibile! Desideravo io forse di viver con lui? Non ero forse delicatamente allevata? Ed egli, Dio del Cielo, che era e che è mai?


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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