Tutti questi pensieri si agitavano e ribollivano nell’animo di Giorgio mentre egli, facendo con la mano sostegno al capo, seguiva con lo sguardo sua moglie intenta a vestire abito maschile per maggior sicurezza.
— Facciamo ora la grande operazione! — esclamò essa scotendo innanzi ad uno specchio le sue nere trecce lunghe e morbide. — E proprio peccato, non è vero, Giorgio? È proprio peccato il far sacrificio di tutto questo! —
Giorgio sorrise tristemente, né diede risposta.
Elisa si voltò allo specchio, e le forbici fecero cadere ad una ad una le trecce della sua capigliatura.
— Ecco fatto! — diss’ella prendendo una spazzola da testa.
— Ancora due colpi, e sono bell’e aggiustata. Ebbene, non ho davvero un viso da giovanotto? — domandò al marito ridendo e arrossendo nel tempo stesso.
— In qualunque modo, — disse Giorgio — tu sei sempre bella, mia Elisa.
— Perché tanto pensoso? — diss’ella, avvicinandosi a lui. — Non siamo più che a ventiquattr’ore dal Canada, come accertano: un giorno e una notte solamente sopra il lago, e poi... oh, poi!...
— Ah, Elisa, — esclamò Giorgio traendola a sé — questo è il gran punto! Ora ci avviciniamo alla meta, e ne dipenderà la mia sorte. Essere sì vicino all’intento bramato, e quivi perdere tutto!... A questo colpo non reggerei, Elisa!
— Non temere, — disse la donna. — Iddio non ci avrebbe condotti fin qui, se non volesse trarci a salvamento. Mi par di sentire ch’Egli è con noi.
— Tu sei una benedetta donna, Elisa! — disse Giorgio, abbracciandola con una stretta convulsa.
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