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      — Ora a noi, signora Smith; — egli soggiunse — resta inteso che voi ci accompagnate nel viaggio e siete la zia di questa ragazzina.
      — Ho saputo — disse la rispettabile signora — che tutti i capitani di piroscafi hanno ricevuto i contrassegni d’un uomo e d’una donna con un bimbo.
      — Certo — replicò Giorgio — ma spero che questa volta aspetteranno un bel pezzo. —
      In quell’istante il legno giunse alla porta di casa.
      La famiglia amica che aveva dato ricovero ai fuggiaschi, li attorniò mentre vi si collocavano e disse loro affettuosamente addio.
      La vettura s’incamminò alla spiaggia.
      I due giovani si fecero innanzi per salire sul piroscafo; Elisa dava il braccio con galanteria alla signora Smith, mentre Giorgio attendeva ad imbarcar le loro robe.
      Quando fu a prendere i biglietti presso l’ufficio del capitano, udì due uomini che discorrevano presso di lui.
      — Ho esaminato tutti quelli che sono venuti a bordo, e so di certo che non si trovano qui. —
      In tal modo parlava lo scrivano del piroscafo, e il suo interlocutore era Marks, di nostra conoscenza, il quale, con la sua perseveranza squisita, andava fino a Sandusky in traccia delle vittime da divorare.
      — È assai difficile — disse Marks — distinguere la donna dalle bianche; l’uomo poi è un mulatto di carnagione molto chiara. Egli porta la lettera H stampata a fuoco sulla mano destra. —
      La mano con cui Giorgio prendeva i biglietti e il suo resto del denaro, tremò un pochino: ma voltatosi freddamente diede a colui che parlava uno sguardo d’indifferenza, e s’avviò di passo lento all’altro lato del piroscafo, dove Elisa lo attendeva.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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