E ora, tutto essendo maturato per l’azione, piacerà forse al lettore dare un’occhiata retrospettiva e vedere il finale coup d’état.
Si avvicinava la notte. Legrée si era recato ad una prossima fattoria. Da vari giorni Cassy sembrava di un umore insolitamente gioviale e arrendevole, ed essa e Legrée erano stati, in apparenza, nei migliori termini. Ora noi la troviamo nella stanza d’Emmelina, intenta a far con essa due piccoli fardelli.
— Così basterà, — diceva Cassy. — Ora mettetevi la berretta e partiamo. L’istante è buono e sicuro.
— Ma qualcuno può ancora vederci? — disse Emmelina.
— È appunto quello che desidero, — rispose Cassy freddamente. — Non sapete che c’inseguiranno ad ogni modo? Ecco ora come andrà la faccenda. Noi usciamo dalla porta di dietro e corriamo dal lato dei quartieri. Sambo e Quimbo certamente ci vedranno, e verranno subito a inseguirci; allora noi ci addentriamo nelle paludi. Quivi non possono darci la caccia senza gridare all’erta e sguinzagliare i cani. Mentr’essi correranno qua e là e si getteranno gli uni sugli altri come fanno sempre, camminando nell’acqua ci condurremo fino all’estremità della riva e ci troveremo dirimpetto alla porta posteriore della casa. È questo un ottimo mezzo per deludere i loro cani, poiché nell’acqua la traccia si perde. Tutti usciranno dall’abitazione per inseguirci, e allora noi c’introdurremo per la porta di dietro nella soffitta, dove ho preparato un buon letto in una delle grandi casse. Converrà che ci stiamo a lungo, essendo cosa certa che Legrée smoverà cielo e terra per ritrovarci.
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