— diss’egli con un ghigno brutale. — Si sono poste da sé nella trappola, le sfacciate! Eccole al sicuro. Ma avranno a pentirsene! Ehi, Sambo, Quimbo! — gridò altamente Legrée avvicinandosi ai quartieri nell’istante in cui gli uomini e le donne erano tornati di fresco dal lavoro. — Due fuggitive nelle paludi! Io darò cinque dollari a chi le prende. Sguinzagliate i cani; lanciate Tigre, Furia e tutti gli altri.
— Padrone, tireremo su loro se non possiamo agguantarle? — disse Sambo, cui Legrée aveva consegnato una carabina.
— Potete tirare su Cassy: è tempo che se ne vada al diavolo, a cui appartiene; ma non sulla giovane. E ora, attenti: cinque dollari per chi le ricondurrà, e un bicchier d’acquavite per ciascuno di voi, checché avvenga. —
L’intera torma, alla luce delle fiaccole, allo strepito delle acclamazioni, degli urli, delle grida selvagge d’uomini e di bestie, s’avviò alle paludi, con dietro a sé tutti i servitori della casa. La quale era restata del tutto deserta quando Cassy ed Emmelina vi s’introdussero per la porta segreta. Le grida e gli urli di coloro che le inseguivano facevano rimbombar l’aria, e guardando dalle finestre della gran sala, Cassy ed Emmelina poterono vederli mentre con le loro fiaccole correvano all’impazzata sui limiti della palude.
— Guardate, — disse Emmelina additandoli — la caccia è incominciata. Oh, come quei lumi ballano per tutti i versi! Udite come latrano i cani! Che tumulto! Se noi fossimo colà,, io non darei un centesimo della nostra vita.
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