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      Là si compiono atti eroici quali mai fantasia di romanziere ha immaginati. Non di rado uno dei redenti, sfidando le torture, affrontando la morte, riprende la via del pericolo e del terrore, verso la terra oscura, per tentar di trarre a salvamento qualche persona cara.
      Un missionario ci narrò che un giovane due volte ripreso, e barbaramente frustato, era di nuovo fuggito. In una lettera che ci venne fatto di leggere, egli annunzia agli amici suoi che torna indietro la terza volta per liberare la propria sorella.
      Caro lettore, quest’uomo è un eroe o un malfattore? Chi non farebbe altrettanto per la propria sorella? E chi potrebbe biasimarlo?
      Ma torniamo ai nostri amici, che lasciammo intenti a riaversi da una gioia troppo viva ed improvvisa.
      In due o tre giorni avvenne in Cassy un tal cambiamento, che i nostri lettori appena la ravviserebbero. Alla tetraggine disperata del suo volto, era successa una soave espressione di fiducia. Essa è nel seno della sua famiglia, ed ha per i nipotini un’affezione che mancava al suo cuore. Si direbbe che ella inclini ad amare Lisetta più della sua propria figliuola, perché in quella vede la precisa immagine della bambina che le fu tolta. La piccola Lisa è pertanto una catena di fiori tra l’una e l’altra, sicché cresce ogni giorno tra le due donne l’intrinsechezza e l’amore.
      La pietà sincera e costante di Elisa, illuminata dalla lettura della Sacra Parola, fu una sicura guida per la mente stanca di sua madre, la quale con tutta l’anima si abbandonò ad ogni buona influenza, e divenne tenera di cuore e piissima.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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