Dopo un giorno o due, la signora De Thoux fece noti a suo fratello più particolarmente i suoi affari. La morte di suo marito l’aveva lasciata padrona di beni ingenti, che essa offriva generosamente di dividere con la propria famiglia.
Quando domandò a Giorgio in che modo poteva giovargli, egli rispose:
— Fammi istruire: ecco quanto ho sempre desiderato di cuore. Il resto potrò poi farlo da me. —
Dopo matura riflessione, fu risolto che tutta la famiglia andrebbe a stare per alcuni anni in Francia; e quindi s’imbarcarono, conducendo seco Emmelina. Le grazie di questa vinsero il cuore del primo luogotenente del vascello, e poco dopo l’arrivo in porto ella divenne sua moglie.
Giorgio fu per quattro anni assiduo a un’università francese, e con zelo infaticabile compì la sua educazione.
Le agitazioni politiche che sopravvennero in Francia determinarono la famiglia a cercar di nuovo asilo al Canada.
I sentimenti e i concetti di Giorgio, quando ebbe compiuto i suoi studi, saranno meglio conosciuti dalla seguente lettera indirizzata ad un suo amico:
«Io sono alquanto imbarazzato per ciò che riguarda il mio avvenire. È vero che potrei, come voi mi diceste, mescolarmi fra i bianchi di questo paese, perché non sarebbe facile riconoscere dal colore che io e la mia famiglia siamo di razza meticcia; ma per dire la verità non ne ho troppa voglia.
«Io provo simpatia per la razza di mia madre, non già per la paterna. Nulla di più io ero per mio padre che un bel cane o un bel cavallo; per la povera madre mia io ero un figlio, e benché non l’abbia riveduta mai più dal giorno in cui una crudel vendita ci separò, il cuore mi dice che essa mi amava teneramente.
| |
De Thoux Giorgio Francia Emmelina Francia Canada Giorgio
|