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      Quando ripenso a tutto quello che soffrimmo ella ed io, e le angosce ed i rischi eroicamente superati da mia moglie, e mia sorella venduta sul mercato della Nuova Orléans, benché io non senta odio contro alcuno, posso ben essere scusato se dico che non ho gran premura di spacciarmi per americano, né d’identificarmi con quella nazione. Il mio cuore è per la razza africana che vive oppressa e schiava, e per parte mia vorrei aver la tinta ancor più bruna, piuttosto che somigliare a un creolo.
      «La sola cosa che anelo è di costituirmi una nazionalità africana. Vorrei un popolo di colore che avesse una propria separata esistenza; ma dove trovarlo? Non in Haiti, poiché quivi si cominciò senza alcuna forza morale. Un ruscello non può inalzarsi al disopra della sorgente. La razza che formò il carattere degli Haitiani era una razza logora, effeminata; e perciò la razza che fu soggetta starà dei secoli prima di sollevarsi alcun poco.
      «Dove mi volgerò dunque? Sulle rive dell’Africa io vedo una repubblica formata da uomini scelti che per l’energia dell’animo loro e per la forza della loro intelligenza si sono da per se stessi, in più d’un caso, inalzati sopra la condizione della schiavitù. Dopo aver attraversato i tempi critici e le difficoltà della propria fondazione, quella repubblica diventò una nazione indipendente sulla faccia della terra; ed è riconosciuta dalla Francia e dall’Inghilterra. Colà voglio andare per acquistare il titolo di cittadino.
      «So che voi non potrete in tutto questo convenir meco; ma prima di giudicare, ascoltate.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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