«La razza anglo-sassone ha rappresentato una gran parte nel mondo durante un periodo di sforzi e di conflitti. La sua missione era in accordo con la sua energica inflessibilità; ma, come cristiano, io aspiro a un’era nuova. Credo che vi perverremo, e l’agitazione convulsiva dei popoli altro non è, a parer mio, che il faticoso parto di un’epoca di pace e di fratellanza universale.
«Lo sviluppo dell’Africa dev’essere in essenza cristiano. La sua razza non è fatta per la dominazione, ma è di cuore mite, generoso e proclive al perdono. Rimasta a lungo nella fornace dell’ingiustizia e dell’oppressione, essa ha bisogno di attenersi più strettamente a quell’eccelsa dottrina d’amore e di perdono, che sola può renderle certa la vittoria, e che dovrà da noi essere sparsa su tutto il continente africano.
«Quanto a me, lo confesso, in ciò sono debole; il sangue che mi scorre nelle vene è il sangue bollente e vivo dei Sassoni; ma ho nella persona della mia leggiadra moglie un eloquente predicatore del Vangelo. Se travio, ella con dolcezza mi riconduce alla retta via e mi ricorda la vocazione cristiana e la missione della nostra infelice razza. Patriotta e cristiano, io vo nel mio paese, nella mia prediletta e gloriosa Africa. Ad essa, nel mio cuore, io applico alle volte queste splendide parole della profezia: «Perché tu fosti abbandonata e odiata a segno che nessuno passava per le tue mura, io ti esalterò in eterno, e gioiranno in te molte generazioni!»
«Voi mi chiamerete entusiasta, e direte che non ho ben considerato le conseguenze della mia impresa.
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