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      Ed ella vi si provò con sincere intenzioni, dipingendone ora il lato più favorevole, ed ora il più tristo. Quanto al lato più favorevole, forse l’intento non le fallì; ma quanto all’altro, chi potrebbe dire quante atrocità, quante abominazioni siano chiuse tuttavia nell’ombra del mistero?
      Voi, generosi abitanti del paese meridionale, voi che nella vostra virtù, nei vostri magnanimi sentimenti e nella vostra lealtà di operare siete più degni di ammirazione per i maggiori ostacoli incontrati, voi chiama a testimone l’autrice. Non avete, nel segreto delle anime vostre, nei vostri intimi colloqui, sentito e detto che vi sono in quest’empio sistema dolori e vergogne che superano di gran lunga quanto è tratteggiato o si poteva tratteggiare in questo libro? E come potrebbe essere altrimenti? L’uomo è tal creatura che gli si possa affidare senza pericolo un potere assoluto? E il sistema della schiavitù, con l’interdire allo schiavo ogni diritto legale di far testimonianza, non rende il possessore di lui un despota al quale è unica legge l’arbitrio? Non vede ognuno chiaramente ciò che deve risultare dall’applicazione di questo sistema?
      Se vi è, come noi ammettiamo, una pubblica opinione fra voi uomini d’onore, di giustizia, di umanità, non vi è un’altra sorta di pubblica opinione fra i rotti al vizio, i brutali, i crudeli? E non possono i rotti al vizio, i brutali, i crudeli possedere, a tenore della legge, sì gran numero di schiavi come i migliori ed i più illibati fra voi? In qual parte del mondo gli uomini onorevoli, giusti, di cuore nobile e generoso formano la maggioranza?


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624