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      Alcuni stettero nella sua casa come servitori, e in mancanza di scuole pubbliche essa talvolta li fece istruire in scuole private coi propri figliuoli. La testimonianza di missionari che accolgono i fuggitivi nel Canada, coincide con l’esperienza da lei fatta: e sono oltremodo confortevoli le sue deduzioni a favore della capacità di quella razza.
      Il primo desiderio dello schiavo emancipato è generalmente quello di ottenere un’educazione. Non c’è nulla che egli non sia pronto a dare o a fare, acciocché i suoi figli siano istruiti. Da quanto l’autrice osservò e dalle testimonianze degl’istitutori di essi risulta che essi hanno un’intelligenza notevole e una gran facilità di apprendere. I buoni effetti dell’insegnamento dato nelle scuole istituite a pro di loro in Cincinnati da uomini generosi, confermano interamente questa opinione.
     
      L’autrice pubblica la nota seguente, sotto l’autorità del professore C. E. Stowe, allora nel Seminario di Lane, nell’Ohio, intorno ad alcuni schiavi fatti liberi e residenti in Cincinnati. Questa nota dimostra assai bene l’attitudine della razza quand’anche non abbia particolari aiuti e incoraggiamenti.
      Non daremo che le iniziali dei nomi.
      B. — Ebanista; vive in quella città da vent’anni; possiede diecimila dollari frutto delle sue fatiche; è membro della Chiesa anabattista.
      C. — Negro del tutto, trasportato dall’Africa, venduto a Nuova Orléans; è da quindici anni in libertà. Si riscattò con seicento dollari; coltivatore; possiede alcune terre nell’Indiana; è presbiteriano ed ha un peculio di circa ventimila dollari acquistati con le proprie fatiche.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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