Egli la guardò a lungo con uno sguardo inquisitore come se fosse stata la prima volta che la vedesse ed ella comprese la serietà di quell'occhiata; un po' pallida guardava in terra e attendeva. Ma subito il Brentani ricordò quanto poco egli avesse il diritto di essere geloso. – No! né umiliarla né farla soffrire mai! – Dolcemente, per dimostrarle ch'egli l'amava ancora sempre, – egli sentiva che le aveva già manifestato un sentimento molto differente, – volle baciarla.
Subito ella apparve rabbonita ma s'allontanò e lo scongiurò non la baciasse più. Egli si sorprese ch'ella rifiutasse un bacio tanto significante e finì coll'adirarsene più che per quanto era successo prima. – Ho già tanti peccati sulla coscienza – disse ella seria, seria, – che oggi mi sarà ben difficile di ottenere l'assoluzione. Per colpa tua mi presento al confessore con l'animo mal preparato.
In Emilio rinacque la speranza. Oh, la dolce cosa ch'era la religione. Di casa sua e dal cuore d'Amalia egli l'aveva scacciata, – era stata l'opera più importante della sua vita, – ma ritrovandola presso Angiolina, la salutò con gioia ineffabile. Accanto alla religione delle donne oneste, gli uomini sul muro parvero meno aggressivi e, andandosene, egli baciò con rispetto la mano ad Angiolina che accettò l'omaggio come un tributo alla sua virtù. Tutti i documenti raccolti erano inceneriti alla fiamma di un cero sacro.
Perciò, l'unica conseguenza della sua visita fu che egli aveva trovata la via a quella casa. Prese l'abitudine di portarle la mattina i dolci pel caffè. Era una gran bell'ora anche quella.
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Senilità
di Italo Svevo (Ettore Schmitz)
pagine 258 |
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Brentani Dolcemente Emilio Amalia Angiolina Angiolina
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