– Ella acconsentì che si facesse da cena anche per lei; tanto presto le venne l'appetito che ad Emilio sembrò di non avere avuto giammai da Angiolina un tale segno di affetto. Intanto anche questa, dopo lunga esitazione, aveva dichiarato di non volerne sapere di vitello
– Hai inteso, – le disse Emilio, – Stefano non può soffrire le smorfie. – Ella si strinse nelle spalle; non le importava di piacere a nessuno, e ad Emilio parve che il disprezzo fosse diretto piuttosto a lui che al Balli
– Questa cena di vitelli – disse il Balli con la bocca piena guardando in faccia gli altri tre – non è precisamente una cosa molto armonica. Voi due stonate insieme; tu nero come il carbone, ella bionda come una spiga alla fine di Giugno, sembrate messi insieme da un pittore accademico. Noi due poi si potrebbe metterci sulla tela col titolo: Granatiere con moglie ferita.
Con sentimento molto giusto, Margherita disse: – Non si va mica insieme per farsi vedere dagli altri. – Il Balli, serio e brusco anche in quell'atto affettuoso, le diede in premio un bacio sulla fronte.
Angiolina, con un pudore nuovo, s'era messa a contemplare il soffitto. – Non faccia la schizzinosa, – le disse il Balli corrucciato. – Come se voi due non faceste di peggio.
– Chi lo dice? – chiese Angiolina subito minacciosa verso Emilio
– Io no – protestò poco felicemente il Brentani.
– E che cosa fate insieme tutte le sere? Io non lo vedo mai dunque è con lei ch'egli passa le sue serate. Ha da capitargli anche l'amore, in quella verde età! Addio bigliardo, addio passeggiate.
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Senilità
di Italo Svevo (Ettore Schmitz)
pagine 258 |
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