Pagina (86/258)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma, tuttavia, ad onta della grande attenzione che ci metteva, ella era meno distratta degli altri due. Fu lei ad accorgersi del Balli e a dar l'allarme. Troppo tardi. Egli s'era potuto accorgere che le due mani s'erano unite di nuovo sotto il tavolo ed era stato colpito dall'espressione affettuosa con cui Angiolina guardava l'ombrellaio Emilio aveva ragione; quegli occhi crepitavano come se nella loro fiamma qualche cosa bruciasse. Il Balli invidị l'ombrellaio. Come egli si sarebbe trovato meglio a quel posto che non al proprio!
      Giulia lo saluṭ: – Buona sera! – Egli fu indignato all'accorgersi ch'ella si aspettava di essere avvicinata da lui. Per poter stare con Emilio e con Angiolina egli l'aveva sopportata per una sera. Lentamente usć, salutando Angiolina con un breve cenno del capo. Ella s'era quasi rannicchiata al suo posto per sembrare lontana dal suo compagno e guardava il Balli con grandi occhi espressivi, pronta a sorridergli solo ch'egli gliene avesse dato l'esempio. Ma egli non sorrise e, guardando altrove, senza rispondere ad un saluto dell'ombrellaio, pasṣ oltre. «Come siamo stati espressivi!», penṣ. «Ella m'ha pregato di non parlare ad Emilio di quest'incontro ed io le ho risposto che gliene avrei parlato non appena lo avessi veduto.»
      Guarḍ di nuovo l'ombrellaio, in mezzo a quella calvizie e a quel pelo una faccia di cuor contento. – Oh, se Emilio l'avesse vista!
      – Buona sera signor Balli – sent́ dietro di sé un saluto riverente. Si volse. Era Michele. Capitava in buon punto.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Senilità
di Italo Svevo (Ettore Schmitz)
pagine 258

   





Balli Angiolina Emilio Balli Buona Emilio Angiolina Angiolina Balli Emilio Emilio Balli Michele