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      Poi dimenticò tutto.
      Quando si svegliò, trovò che calava la notte, uno di quei tristi tramonti di bella giornata invernale. Restò di nuovo indeciso, seduto sul letto. Altre volte, in quelle ore, egli aveva studiato. I suoi libri dallo scaffale gli si offrivano invano. Tutti quei titoli annunziavano della roba morta, non bastevole a far dimenticare neppure per un istante la vita, il dolore ch'egli sentiva muoversi nel seno.
      Guardò nel tinello vicino, – e vide Amalia seduta accanto alla finestra, china al telaio. Si finse allegro e le disse affettuosamente: – Mi hai perdonato le mie escandescenze di oggi?
      Ella alzò per un solo istante gli occhi: – Non se ne parli più disse con dolcezza, e continuò a lavorare.
      Egli era preparato a subire dei rimproveri, e fu disilluso al vederla tanto calma. Tutto dunque intorno a lui era calmo meno lui stesso? Sedette accanto a lei e ammirò lungamente come la seta si adagiasse esattamente sul disegno. Cercava invano altre parole.
      Ma ella nulla chiedeva. Ella non soffriva più affatto di quell'amore che le aveva sconvolta l'esistenza e di cui da principio s'era tanto lagnata. Emilio ancora una volta si domandò: – Perché veramente ho abbandonata Angiolina?
     
     
     
      Capitolo VIIIIl Balli s'era proposto di curare definitivamente l'amico. La sera stessa venne ad assistere alla cena di Emilio. Incominciò col non mostrare alcuna fretta di conoscere l'avvenuto e soltanto una volta che Amalia s'allontanò, chiese, continuando a fumare e guardando il soffitto: – Le hai fatto capire con chi aveva a fare?


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Senilità
di Italo Svevo (Ettore Schmitz)
pagine 258

   





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