Per il momento mi sento molto solo anche accanto a te. – Senz'esserne stato richiesto, raccontò della visita fatta la mattina in via Fabio Severo. Non disse d'esserci stato anche la notte. Parlò del suono d'angoscia percepito nella voce d'Angiolina. – E stato solo quello che m'ha commosso. Era duro di lasciarla proprio nel momento in cui me ne sentivo amato.
– Conserva quel ricordo – gli disse il Balli insolitamente serio – e non vederla mai più. Accanto a quel suono d'angoscia ricorda sempre anche lo stato in cui venivi posto dalla tua gelosia e ti passerà ogni desiderio di avvicinarla più.
– Eppure– confessò Emilio sinceramente commosso dall'affetto del Balli – non ho mai sofferto tanto di gelosia quanto ora. – Fermandosi in faccia a Stefano, gli disse con voce profonda: – Promettimi che tu mi racconterai sempre quanto sul conto suo apprenderai; ma tu non l'avvicinerai mai, mai e se la vedessi sulla via me lo racconteresti subito. Promettimelo formalmente.
Il Balli esitò solo perché gli pareva strano di dover dare una promessa di quella specie.
– Io sono ammalato di gelosia, solo di gelosia. Sono geloso anche di altri, ma prima di tutto di te. All'ombrellaio mi sono abituato, a te non mi abituerei mai. – Nella sua voce non c'era nessun tono scherzoso; cercava di destar compassione per ottenere più facilmente quella promessa. Se il Balli gliel'avesse rifiutata, egli era già deciso a correre immediatamente da Angiolina. Non voleva che l'amico potesse approfittare di quello stato di cose che era in gran parte opera sua.
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Senilità
di Italo Svevo (Ettore Schmitz)
pagine 258 |
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