– Oh, sarebbe bellissimo! – disse ella che in certe ore si sarebbe prestata a tutti i suoi desiderî. Naturalmente bastò quella frase per annullare qualunque sogno.
Una sera, trovandosi con Angiolina, egli ebbe un'idea che per quella sera alleviò potentemente il suo stato d'animo. Fu un sogno ch'egli ebbe e sviluppò accanto ad Angiolina e ad onta di questa vicinanza. Essi erano tanto infelici causa il turpe stato sociale vigente. Egli ne era tanto convinto che poté pensare di essere persino capace di un'azione eroica pel trionfo del socialismo. Tutta la loro sventura era originata dalla loro povertà. Il suo discorso presupponeva ch'ella si vendesse e ch'era spinta a farlo dalla povertà della sua famiglia. Ma essa non se ne accorse e le sue parole le sembravano una carezza eppoi pareva egli volesse biasimare solo se stesso.
In una società differente egli avrebbe potuto farla sua, pubblicamente, subito, senza imporle prima di darsi al sarto. Faceva proprie anche le menzogne di Angiolina, pur di renderla dolce e indurla a entrare in quelle idee, per sognare in due. Ella volle delle spiegazioni ed egli gliele diede beato di poter dar voce al sogno. Le raccontò quale lotta immane fosse scoppiata fra poveri e ricchi, i più e i meno. Non v'era da dubitare dell'esito della lotta il quale avrebbe apportato la libertà a tutti, anche a loro. Le parlò dell'annientamento del capitale e del mite breve lavoro che sarebbe stato l'obbligo d'ognuno. La donna uguale all'uomo e l'amore un dono reciproco.
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Senilità
di Italo Svevo (Ettore Schmitz)
pagine 258 |
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Angiolina Angiolina Angiolina
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