– Guardò la ricetta un po' esitante, ma poi la lasciò intatta, ed Emilio comprese di non essere stato creduto. – In farmacia le daranno un liquido di cui vorrà far prendere all'ammalata un cucchiaio ogni ora. Anzi vorrei parlare con la signora che l'assiste.
Emilio ed il Balli seguirono il dottore e lo presentarono alla signora Elena. Il Carini spiegò che desiderava si tentasse di far sopportare all'ammalata delle compresse ghiacciate al petto, e disse che ciò sarebbe stato vantaggiosissimo per la cura.
– Oh, le sopporterà! – disse Elena con un fervore che sorprese i tre uomini.
– Adagio – fece il dottore sorridendo lieto di veder l'ammalata in mani sì pietose. – Non desidero la si costringa, e se dimostrasse una ripulsione troppo forte pel freddo, bisognerebbe rinunziare a tale tentativo.
Il Carini se ne andò promettendo di ritornare il giorno appresso di buon'ora. – Ebbene, dottore? – domandò ancora una volta Emilio con voce supplichevole. Invece di una risposta il dottore disse qualche parola di conforto e di voler rimandare il suo giudizio al giorno appresso. Il Balli uscì col Carini promettendo di ritornare subito; voleva prendere il dottore a quattr'occhi e sentire se avesse parlato ad Emilio con piena sincerità.
Emilio s'aggrappava con tutte le forze alla sua speranza. Il dottore s'era ingannato quando aveva creduto che Amalia fosse una beona; tutta la sua prognosi poteva perciò essere errata. Non conoscendo limiti ai sogni, Emilio pensò persino che la salute di Amalia potesse ancora dipendere da lui.
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Senilità
di Italo Svevo (Ettore Schmitz)
pagine 258 |
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