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      Già in luglio diminuisce il lavoro bancario, non perché sia avvenuto nulla di nuovo alle banche, ma perché a loro volta si mettono in libertà i più ricchi commercianti. In agosto, il più bel mese dell'anno, si trovano al verde, presidenti di banca, direttori e peggio, unitamente ai commercianti. Non rimane a casa che il numero necessario d'impiegati.
      Da Maller il processo non corrispondeva a questa regola. In maggio e giugno prendevano il permesso alcuni impiegati e i capi, in luglio il signor Cellani, il procuratore, ed in agosto a pena il signor Maller.
      Il primo a partire fu Sanneo il quale si prese quindici giorni di permesso mentre ne avrebbe avuto diritto a trenta. Fra gl'impiegati si asseriva che il signor Sanneo non sapesse restare per troppo lungo tempo privo del suo pane quotidiano, la posta e la polemica.
      Alfonso, per caso, presente, Sanneo diede le istruzioni a Miceni, il quale nella sua assenza doveva fungere da capo. La stanza di Sanneo era posta accanto a quella del signor Cellani, più buia di questa perché un palazzo di faccia le toglieva la luce. Anche questa stanza, d'inverno aveva i tappeti, ma, salvo il tavolo di legno nero, largo e comodo, cedutogli dal procuratore che ne aveva preso un altro, i mobili erano identici a quelli degli altri impiegati: due armadi di legno dipinti rozzamente in giallo, una sedia di paglia e, di fianco all'unica finestra, un altro tavolo da cui era stato levato il palchetto.
      Sanneo, seduto, andava consegnando a Miceni che stava alla sua destra in piedi, lettera per lettera, un grosso pacco, indicandogli esattamente quanto avesse da fare a un dato giorno o dopo ricevuto altro scritto.


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Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





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