La sua abitazione, quella che aveva il suo affetto da femmina, era l'ufficio.
Ballina con quel suo aspetto posato aveva dissipato una piccola sostanza che gli era stata affidata, come egli diceva, quando ancora non comprendeva il valore del denaro. Per un annetto di piaceri, ne aveva passati molti nella miseria e doveva passarne molti altri, «fino alla morte probabilmente» diceva, mentre se avesse avuto a disposizione qualche poco di denaro, ingegnoso come era avrebbe saputo aiutarsi. Così invece lavorò sempre per altri, in una fabbrica di bocchini, in altra di aceto, rivenditore ad un'esposizione, da un negoziante di bastoni e così via, sempre malissimo retribuito. Finalmente capitò da Maller ove si affezionò a quel lavoro tanto da rassegnarsi ad un emolumento misero assai.
Il corrispondente francese, White, faceva di solito le spese della conversazione. Di famiglia inglese trapiantata in Francia, era stato allontanato da Parigi dai suoi parenti che temevano mangiasse tutta la sua sostanza al giuoco e nella vita comoda e signorile che amava di condurre. Era entrato alla banca quale corrispondente francese, da prima sottoposto a Sanneo, poi indipendente dopo una violenta baruffa con il suo capo. Maller riconobbe che quei due non potevano andare d'accordo e li divise non volendo costringere White a sottomettersi. White era protetto da un banchiere suo vecchio amico. Il lavoro di White verteva quasi del tutto su affari di borsa di cui pareva avesse una perfetta conoscenza. Era del resto un buon impiegato, rapido lavoratore quantunque disordinato.
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