Giusto allora si presentò un giovinetto allo sportello e presentò una cambiale. Jassy prese il foglio degli avvisi, lo guardò, guardò la cambiale, poi, sempre immobile, con voce di lamento gridò:
— È proprio questa, avvisata in quest'istante, ma perché non la fate segnare in tempo dal signor Cellani? Qui non c'è adesso nessuno che possa muoversi dalla cassa e intanto la gente aspetta.
Gettò il foglio con violenza dinanzi a White. Questi rispose subito irritato
— Non ho mica avvisata io questa tratta, è cosa che non mi concerne; del resto le tratte non si possono avvisare prima di aver ricevuto le lettere di avviso. Le pare?
Il vecchio si rivolse ad Alfonso e, più dolcemente, gli disse:
— La prego di far vedere questa tratta al signor Cellani, sa dov'è la sua stanza?
— Venga con me — disse White e s'avviò.
Alfonso lo seguì dopo essersi fermato a guardare Jassy il quale, parlando con la persona ch'era venuta ad incassare la cambiale, andava con passo vacillante verso lo sportello. Aveva le gambe molli come se fossero state fatte di panno e teneva le mani per innanzi quasi avesse avuto paura di cadere.
— Questi è il cassiere? — chiese Alfonso a White.
— Sì, un povero vecchio che sarebbe più adatto alla contabilità... o alla pensione.
Il signor Cellani era un uomo che aveva conquistato il suo posto a forza di fatiche, passo passo; lo si diceva cinquantenne, ma, con la sua figura magra e slanciata, la pelle asciutta e senza rughe, non mostrava di avere più di trent'anni.
— Buona fortuna! — augurò con grande cortesia ad Alfonso che per affari d'ufficio veniva per la prima volta da lui.
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