Ah! era così bello parlare da pari a pari con Annetta. Sentiva la dolcezza di confidarsi a lei con libertà come se monologasse e questa dolcezza diede colore alla sua parola che, per quanto impacciata, fino ad allora era stata da letterato, ricercata e fredda.
Annetta lo ascoltava sorpresa. Quel giovane sapeva dunque anche parlare oltre che studiare?
Ella gli spiegò che quando si desiderava qualche cosa nella vita bisognava sapersela conquistare. Alfonso riconobbe l'idea dominante di Macario.
— Non è difficile di conquistare la mia amicizia. È la prima volta che parla con me. Non se ne sarà accorto, ma è quasi sempre muto. Non era poi mio ufficio di farla parlare.
Rise togliendo così alle sue parole tutto ciò che avrebbero potuto avere di offensivo. Anche Alfonso rise trovando comico quell'uomo che attendeva di venir fatto parlare.
Furono queste le prime idee che diedero ad Annetta l'intenzione di fare un romanzo insieme. Quel caratterino che le si rivelava con tale ingenuità le sembrò meritevole di venir descritto. Disse con semplicità quale fosse la prima idea venutale improvvisamente, ed era certamente migliore delle modificazioni posteriori.
— C'era una volta un giovinetto che venne da un villaggio in una città e il quale s'era fatto delle idee ben strane sui costumi della città. Trovandoli in fatti differenti da quanto aveva ideato si rammaricò. Poi ci metteremo un amore. Ella è stato talvolta innamorato?
— Io... — e unicamente per la paura gli batté più forte il cuore.
Aveva avuto l'intenzione di fare una dichiarazione.
| |
Annetta Macario Alfonso Annetta
|