Annetta parlò di un capitolo del romanzo, fece delle proposte per esso; Alfonso le approvò e senza sforzo poté mostrare di ammirarle. Non era il momento di accalorarsi per idee critiche. Annetta avrebbe però avuto bisogno di qualche consiglio perché trovava delle difficoltà a procedere in un argomento che tendeva all'assurdo. I suoi due eroi erano ancora sempre là, amandosi appassionatamente e per superbia non dicendoselo. Alla conclusione del romanzo non mancava che questa confessione e nella testolina di Annetta cominciavano a mancare le idee per tirare innanzi.
Improvvisamente Alfonso divenne ciarliero. Ciarlava per il bisogno di parlare, e parlò del romanzo e della sua ammirazione per le idee di Annetta perché d'altro non poteva. Quando si grida è indifferente quale parola si vesta del grido, lo sfogo si trova nell'emissione di voce. Alfonso nel fiume delle proprie parole si calmava e se tacque fu proprio per calcolo e con isforzo al pensare che se non lasciava parlare Annetta nulla da lei avrebbe potuto apprendere. Per ultimo e con una freddezza di calcolo che immediatamente lo portò allo scopo, descrisse con parola animata la sua vita di ogni giorno concludendo che di un anno intero le ore liete da lui vissute sommavano a pochi giorni quantunque contasse fra quelle tutte le ore passate in casa Maller.
Invitatane, Annetta descrisse come aveva passato l'ultima settimana. Quando ella cominciò, Alfonso arrossendo la guardò fisso, non sembrandogli sufficiente attenzione l'ascoltare.
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