Colpita da qualche atto d'indifferenza di Alfonso, qualche volta la signora Lanucci dichiarava al marito di aver perduto le sue speranze, ma realmente erano anche allora piuttosto movimenti d'ira che di sconforto. Sarebbe stato troppo bello e secondo il comune buon senso era cosa che non soltanto poteva accadere, ma che doveva accadere, perché quando due giovini, amabili ambidue, si trovano continuamente insieme, è inevitabile che prima o poi si amino. Così le speranze della signora Lanucci vissero sempre non comunicate che al marito, a bassa voce, in letto, prima di chiudere gli occhi al sonno e sognarne.
In casa Lanucci fu dessa la prima a scoprire che Alfonso era innamorato di Annetta. Non la conosceva affatto, e prima che non le fosse divenuta interessante per la passione di Alfonso, ne aveva anche ignorato l'esistenza, ma di quest'amore aveva saputo quasi contemporaneamente ad Alfonso stesso. Lo vide inquieto, di umore variabile; ne trasse la conclusione, per caso giusta, che lo agitava amore, e l'altra che quest'amore fosse ispirato da Annetta Maller. Non le tolse le speranze questa scoperta perché giustamente pensò che la sua passione doveva apportare ad Alfonso molti dolori dai quali avrebbe potuto rifugiarsi fra le braccia sempre aperte di Lucia. Quando Alfonso ancora passava buona parte del suo tempo con essi, ella s'era divertita a fare qualche allusione maliziosa allo scopo di saperne di più, e il contegno di Alfonso fu tanto balordo ch'ella, sulle indicazioni tratte da lui in questo modo, poté persino seguire le fasi per cui passò quest'amore, vicende solite ch'ella caratterizzò all'ingrosso come le sapeva: — Caldo.
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