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      — Già! — esclamò Annetta stringendosi a lui.
      Egli ripeté ipocritamente la stessa parola.
      Dal piano superiore si udì il rumore del passo di un piede nudo.
      — Poveretta! — mormorò Annetta, — le procurai dei grandi dispiaceri.
      — È Francesca? — chiese Alfonso inquieto.
      — Sì! — disse Annetta sorridendo, — ma tutto è riparabile ancora.
      Lo abbracciò per fargli capire che l'opera buona ch'ella si proponeva di fare era dovuta a lui.
      Egli aveva il tempo di essere curioso e Annetta gli raccontò che Francesca era stata l'amante di Maller e che costui aveva manifestato l'intenzione di sposarla. — Io risi in volto a Francesca e mi opposi come seppi... naturalmente... mi pareva un'offesa alla memoria di mia madre. — Il padre aveva trovato il modo di non iscambiare alcuna parola su questo proposito con la figliuola. Solo allorché Annetta aveva consigliato Francesca di lasciare la loro casa, Maller esplicitamente si oppose. I rapporti fra padre e figlia furono freddi per qualche tempo e non si migliorarono che quando Francesca giurò ad Annetta che fra lei e Maller non esisteva più alcun legame. Fino a quella notte Annetta ci aveva creduto. — Scommetto che m'ingannano, — pensò ad alta voce e molto tranquillamente. — Si capisce che per amore l'inganno non è inganno.
      Alle quattro della mattina ella si alzò per accompagnarlo fino alla porta di casa.
      Nell'atrio oscuro gli gettò ancora una volta le braccia al collo e gli disse che non si sarebbero riveduti finché non potevano farlo alla piena luce del sole. Ciò doveva avvenire al più presto.


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Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





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