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      La morta era adagiata nel letto che più non la faceva soffrire, da cui più non sdrucciolava. La bocca era spalancata ma non per gridare. Sembrava aperta per un lungo sbadiglio.
      Vedendo Alfonso tanto calmo, Mascotti si trovò subito bene in quella casa ove era entrato col timore di dover assistere a delle scenate. Volle rimanere e invitò anche Frontini a far compagnia ad Alfonso. Giuseppina, senza esserne stata incaricata, portò il tavolo dalla stanza della morta nella sua, vi pose intorno delle sedie e approntò del vino.
      Appena seduti, Mascotti propose ad Alfonso di andare a stare da lui.
      Alfonso rifiutò dicendo che sarebbe rimasto in quella casa finché non lasciava il villaggio. Lo disse tranquillo ma risoluto e Mascotti non insistette oltre.
      Tanto Mascotti che Frontini tentavano di far deviare la conversazione, ma parlarono del vino che bevevano, della posizione della casa, della neve abbondante caduta il giorno innanzi e della temperatura rigida di quel giorno, e poi ricaddero a parlare dell'avvenimento che li aveva riuniti in quella stanza.
      Giuseppina aveva incominciato raccontando quanto alla signora Carolina fosse giovata la sua assistenza. Se ella non ci fosse stata, la poveretta sarebbe morta mezz'ora prima.
      Mascotti stava a sentire con curiosità:
      — Strano! La vita dunque proprio non era che un poco di caldo.
      Parlava come un contadino, mentre Frontini asseriva che, se la paziente era ritornata in sé, ciò non poteva esser dipeso unicamente da quel poco di calore che le era stato fornito da Giuseppina.


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Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





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