Pagina (347/444)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      — La vuole lei? — chiese Faldelli porgendogli una pipa lunga, di legno, con una testa di schiuma.
      Egli la riconobbe. Il padre non l'aveva usata negli ultimi anni di sua vita e perciò era un ricordo dei più begli anni, quando in casa i genitori avevano avuto la salute e lui la prima gioventù. Non l'accettò per superbia, ma volle mostrarsi riconoscente a Faldelli e si congedò da lui stringendogli affettuosamente la mano. L'altro fu gentile ma distrattamente, e tutto ad un tratto lo abbandonò per lanciare una bestemmia e un calcio a un contadino che movendo il tavolo aveva rotto una lastra della porta. Alfonso sorrise vedendo che quando Faldelli si stendeva tutti i vestiti gli divenivano troppo corti; abitualmente vi si teneva raggrinzito.
      Durante il viaggio Alfonso rimase sempre solo nella sua terza classe.
      Ad una stazione intermedia udì delle voci di persone che litigavano. Guardò dallo sportello e vide un individuo vestito molto male che con un solo balzo usciva da un carrozzone. Ne era stato gettato fuori, e il conduttore raccontò ad Alfonso che non aveva pagato il passaggio e che per bontà non lo si era fatto arrestare.
      Quando il treno si mosse, il povero diavolo era ancora al medesimo posto pulendo con la manica il cappello logoro che nel salto gli era caduto a terra. Guardava dietro al treno con intenso desiderio. Che cosa avrebbe fatto in quel villaggio nel quale capitava per caso e ove non conosceva nessuno?
     
     
      XVII
     
      L'arrivo in città fu triste. Mentre fuori fioccava la neve bianca e allegra, dal mare soffiava lo scirocco e in città piovigginava monotonamente.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





Faldelli Faldelli Faldelli Alfonso Alfonso