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      Non distrazione e non proprî dispiaceri perché, era stato facile avvedersene, quella freddezza e quella mancanza di riguardi erano volute.
      Egli s'era posto dinanzi al suo tavolo dall'aspetto immutato come l'aveva lasciato, nella casella di mezzo un foglio di carta, una lettera sbagliata che non si era potuto spedire, il calendario a destra con i giorni cancellati fino a quell'ultimo in cui Cellani con cortesia sorridente gli aveva offerto il permesso.
      Era odiato da Maller e da Cellani. Prima di abbandonarlo Annetta lo aveva denunziato al padre. Chissà con quali parole era stato descritto! Risoltasi ad abbandonarlo e a sposare Macario, Annetta doveva odiarlo intensamente, e a lei stessa egli poteva sembrare un seduttore, forse violentatore, perché niente è più facile che di cancellare dalla mente una propria colpa quando non è stata né parlata né scritta. Egli sarebbe rimasto rappresentato quale il solo colpevole, e Maller e Cellani certo pensavano di lui ch'egli aveva preso Annetta a tradimento.
      Come si sarebbe difeso se gli si fosse lasciata la parola? Semplicemente avrebbe esposto con sincerità i fatti, tutto quanto era succeduto dacché Annetta con tanta benevolenza lo aveva accolto in casa sua. L'aveva amata e non era stato riamato ma tollerato; ciò aveva contribuito a esasperare i suoi sensi. Avrebbe alterato la verità soltanto per non divenire l'accusatore di Annetta, non per far apparire minore la propria colpa, perché in verità era stata dessa a fargli perdere la testa con le sue civetterie e dessa anzi aveva battuto per la prima quella via che li aveva traviati.


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Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





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