Pagina (365/444)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Forse una sua tacita rinunzia, come voleva farla, poteva bastare per accontentare tutti.
      Stava per entrare in casa quando venne chiamato. Era Francesca che lo aveva atteso lungamente in mezzo alla via.
      — È da mezz'ora che vi attendo. — Lo aveva chiamato senza muoversi ed ora appena andava a lui col suo passo deciso, senza fretta. — Ho l'incarico da Annetta di dirvi che procuriate di dimenticarla; ella farà altrettanto.
      La brevità dell'annunzio era stata certamente premeditata per dargli maggior sorpresa e dolore.
      Egli però era preparato a peggio e accolse quasi con gioia chi finalmente veniva a dargli delle spiegazioni.
      — Sono rassegnato! — rispose e non trovò altro da dire. Esitò tanto che Francesca si accinse ad allontanarsi ma egli la fermò; era l'unica persona dalla quale potesse sperare di avere esatte notizie sui sentimenti che in casa Maller si nutrivano per lui e, perduta quell'occasione, sapeva che non tanto facilmente ne avrebbe trovata altra di parlare con lei.
      — Ma perché, perché? — chiese con voce strozzata. Non era quella la domanda ch'egli avrebbe voluto fare; se non gli fosse sembrato sconveniente, avrebbe chiesto senz'altro che cosa allora si chiedesse da lui.
      — Dovete conoscerne la ragione; ve l'ho spiegata per lungo e per largo prima che il fatto avvenisse. — Anche la sua voce aveva tremato ma d'ira. — La vostra partenza somigliava ad una fuga da donna che volesse accalappiarvi, e Annetta ha avuto ragione.
      — Ma è morta mia madre! — protestò Alfonso. — Non basta questo a spiegare la mia assenza?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





Francesca Annetta Francesca Maller Annetta Alfonso