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      S'avvide che per la seconda volta gli passava dinanzi un giovanotto fissandolo con curiosità; aveva già visto altrove quel volto oblungo con baffi biondi e sguardo penetrante e quella figura magra e lunga. Gli guardò dietro: Era Federico Maller. Lo aveva riconosciuto ai calzoni attillati. Era una combinazione o Annetta aveva confidato al fratello una missione per lui? Il Maller non gli era stato mai simpatico e gli dispiaceva di aver a trattare con lui, ma bisognava ora facilitargli il compito che s'era assunto per affetto alla sorella .
      Si volse per salutarlo sentendo che s'avvicinava di nuovo ma nello stesso tempo ricevette un urto che quasi lo gettò a terra.
      — Si chiede scusa, mascalzone! — gli urlò nell'orecchio il giovine Maller e alzò la mano che nell'oscurità Alfonso credette armata.
      Lo volevano ammazzare? Si gettò sulla figurina mingherlina, trattenne la mano levata in atto di minaccia e afferrò Maller per il collo. L'altro per svincolarsi retrocedeva verso il mare. Alfonso ansava dalla fatica impiegando molto più forza di quanto occorresse.
      — Vi getto in mare! — minacciò e gli diede una spinta ma non forte abbastanza.
      — Quanta cavalleria in questa città, — disse il Maller con disprezzo mettendosi le mani al collo per raddrizzare il solino.
      — Credevo che mi volesse svaligiare, — rispose Alfonso indignato.
      Ricevette il biglietto di Maller e consegnò il proprio. Promise che i proprî secondi a mezzodì del giorno appresso si sarebbero trovati da Maller. Era sorpreso di essersi contenuto subito tanto correttamente.


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Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





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