Pochi lo compresero ed uno solo venne a Lui nella vita a riconciliarlo con quella umanità che Egli giudicava severamente per colpa della barbaria storica che ancor oggi sovrasta e opprime le menti. Quest'uno Giuseppe Giulietti, fu la sola persona che Egli amasse di sviscerato amore e del quale proclamasse con accanimento, di fronte a viperini detrattori, la superiorità morale e la generosità del cuore, il cui apostolato ha salvato la classe dei marinai dai tormenti della fame e dalle ingiustizie del pescecanismo marittimo - bancario.
La vita del nostro venerato genitore, fu una odissea d'inenarrabili dolori che pochi uomini hanno conosciuto. I bagliori di questa lotta furibonda, cominciata a quindici anni, sono descritti nelle sue memorie, un libro tremendo di verità e d'ironia che tutti i doloranti, i disillusi, i travolti dall'esistenza dovrebbero leggere e meditare.
Queste memorie del più aristocratico proletario della penna, Egli ha lasciate per insegnare ai suoi simili, e specialmente agli operai, la tremenda sinfonia della vita di dolore di un essere che maravigliosamente dotato dalla natura, tutta l'esistenza trascorse nella lotta contro gli aguzzini, gli sfruttatori delle plebi e gl'invidiosi della sua persona.
Preferì abbandonare ottime posizioni e con esse l'agiatezza e gli onori per non essere paladino di una società di violenti e di mercenari. Non piegò mai; mai tentennò o curvò la spina dorsale dinanzi a chicchessia. Cavaliere senza macchia e senza paura Egli fu, e mai come a questo uomo dalla tempra d'acciaio puro e dall'animo adamantino, si addice meglio l'antico motto della nostra casata «Flangar non flectar.
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Giuseppe Giulietti
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