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La sua penna iridescente, la sua cultura umanistica, i resultati dei suoi febbrili studi sulle maraviglie dello scibile umano - Egli pose a disposizione delle classi sofferenti, affinchè si avvantaggiassero nella loro lotta per la redenzione umana.
Apostolo fervente di nuovi Veri, insigne altruista, ribelle alle classi dominanti, flaccide ed infrollite nel vizio e nella lussuria, preconizzava una umanità futura fatta di bontà, di amore, di giustizia.
Il «poverello di Apparizione» simile al poverello di Assisi, amava gli umili, i più umili fra gli umili, i più reietti fra i reietti.
Come Tolstoi voleva l'infinito bene di tutti gli uomini in una società purificata e rigenerata dall'amore e dalla coltura.
Come Mazzini additava agli operai la vera via della loro redenzione nel trinomio: Famiglia - Patria - Umanità.
In Lui, l'amore frenetico per l'umanità non uccise quello per la Patria. Egli concepiva la patria in funzione di Umanità: questa era per Lui la fusione armonica di tutte le Patrie del mondo. E nelle Patrie libere egli inseriva il programma della liberazione totale delle plebi, vaticinato da Carlo Marx.
In un tutto armonico, nessuno dei grandi problemi sociali della vita moderna, trovò Giulio Tanini scettico o insensibile.
Egli non negava la Patria, perchè il vero socialismo non rinnega le Patrie, ma le integra fra loro. Egli diceva che non può sparire quello che il divino umano ha creato nei secoli. E quando nel 1914 la perfidia e tracotanza imperialista dei teutoni unita all'albagia militarista dei junker proruppero nella orrenda guerra delle nazioni, Egli pianse lacrime amare sulle sorti degl'eroicissimi popoli, schiavi della volontà di alcuni incoronati e diplomatici senza spirito di umanità. E nella lotta orrenda preconizzò la vittoria del Diritto sulla barbarie.
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