Intuì, vide ogni minimo particolare della lotta fra capitale e lavoro nel campo della Marina Mercantile; e la sua anima - tutta luce, fede, entusiasmo - se ne innamorò.
Nelle fasi più acute delle agitazioni ringiovaniva: la consapevolezza di lottare per una giusta causa, per una causa umana, per il pane e per la indipendenza morale ed economica di migliaia e migliaia di bambini, di famiglie, dava ai suoi occhi il bagliore di due stelle.
Giulio Tanini: apostolo e ribelle, italiano ed internazionalista; formatosi alla dura scuola del dolore, d'una vita frastagliata di privazioni, di amarezze, di nostalgie, trovò nell'ambiente federale marinaro il suo ambiente.
Marinari,
non dimenticate mai, non dimentichiamo mai, il buon Vecchio dalla vasta fronte, dallo sguardo paterno e penetrante, dalla barba imponente e veneranda.
Come in vita, così in morte è, e resta, il più puro simbolo della nostra bandiera federale e garibaldina.
In memoria del compagno e amico
LODOVICO CALDA
Conobbi Giulio Tanini molti anni addietro, poco dopo iniziate le lotte di tendenza in seno al Partito Socialista; da quel momento ebbi sempre da lui parole e scritti di affettuosa approvazione, anche quando il suo pensiero intorno al metodo da seguirsi in determinate circostanze poteva essere un pò dal mio discosto.
Non m'è dato di parlare de' suoi libri di poesie, perchè le mie deboli forze non me lo permettono. Certamente ne parleranno altri, più competenti di me. Posso dire soltanto che ne ho letto qualcuno con piacere e che nella «Visione di Calatafimi» ho trovato quanto basta per farmi un'idea dell'uomo e dei suoi sentimenti italiani e al contempo universali.
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