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      Non s'è mai "esibito" per coprire cariche pubbliche, mentr'egli, sia per la vasta coltura di cui era dotato, sia per la profonda coscienza, ne era assai meritevole, ed avrebbe tenuto nelle sue mani la bandiera dell'ideale certamente assai meglio di certi avventurieri politici partoriti dalla guerra.
      Ricordo che un giorno - mentre io e Pietro Chiesa conferivamo insieme sulla bella via di Circonvallazione a Mare - dove ci eravamo dati convegno per discutere un pò liberamente di una certa azione tattica da praticare in relazione ad una importante agitazione che interessava il movimento portuario - ci capitò improvvisamente alle spalle e senza altro, ci divise prendendoci sotto braccio e così salutandoci: - Ecco il pensiero e l'azione!
      Non so se sintetizzava con perfezione; - so però che quelle parole esprimevano tutto l'animo suo sincero verso i due amici nei quali riponeva immensa fiducia.
      Un operaio che aveva fatto sforzi per istruirsi, per educarsi socialmente e per rendersi utile ai propri compagni entusiasmava subito lo spirito di Giulio Tanini.
      Ma di Pietro Chiesa egli era addirittura innamorato; ne parlava con grande rispetto, con venerazione, sebbene più giovane di lui, e, a tratti, riflettendo, gli pareva persino impossibile che un operaio che aveva frequentato soltanto i banchi delle elementari, e neanche tutti, potesse alzarsi fino alle più alte vette del sentimento e dell'educazione politica. Dopo morto, me lo ricordava sempre attristandosi, precisamente come se fosse stato un lavoratore riconoscente a chi aveva contribuito ad arrecargli tanti benefici materiali e morali.


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Giulio Tanini nella sua vita e nelle sue opere
di Giulio Tanini
Tipogr. Barisione Genova
1922 pagine 108

   





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