Del resto, dell'Uomo e dello Scrittore, disse succosamente e con sufficiente larghezza, su «Il Lavoro», all'indomani della morte, Attilio Scanavino;(3) ed oggi lo spirito di Giulio Tanini che in vita fu così fieramente avverso ad ogni vacuo verbalismo, sembra ammonirci di giovar meglio alla sua memoria coi fatti.
E tra i fatti quest'uno è capitale: Consta a me, e deve constare ad altri amici, che il Tanini aveva raccolti vasti materiali, grafici e iconografici, per una compiuta storia della Spedizione dei Mille, e che anzi quest'opera, se pur non del tutto finita, già dovea trovarsi molto innanzi nella sua definitiva veste organica.
Gli eredi dovrebbero vedere che ne sia del lavoro e, raccogliendolo, affidarlo alla Commissione Nazionale per la Storia del Risorgimento, a patto, s'intende, di curarne la pubblicazione. In tal modo, mi pare, si porgerebbe mirabile incremento alla storia dell'epopea garibaldina, giovando nobilmente alla memoria del Poeta di Calatafimi.
Irto di furia è il muto piedistallo.
GABRIELE D'ANNUNZIO.
MICHELANGELO
Esïodo del marmo albo e lucente,
fissa sublime idea ne le pupille,
afferrato un gran blocco, aspro, furente,
divini colpi säettando a mille;
roso da febbre indómita et ardente,
al rosso balenìo di gran faville,
miracoli creava arditamente,
Mosé, David, il Sonno, eterne squille....
Lattea, azzurina, profilata, integra,
brillava l'immortal creazïone,
del sublime Maestro casentino.
Così nascea da la fatal Visione,
tra battaglie di marmo, ire di Flegra,
Michel più che mortal angel divino.
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