A me spetta invece il dovere di riconoscenza di ricordare Giulio Tanini in qualità di unica persona che ebbe il generoso impulso di essermi di appoggio morale allorchè, abbandonata l'uniforme che rivestivo da sei lustri, mossi i primi passi nella letteratura marinara.
Nella nuova missione che avevo scelta con entusiasmo e guidato da grande ed atavico amore alle cose del mare, non portavo che un modesto bagaglio di competenza tecnica e di osservazioni personali, ma tutto ciò non era sufficiente a compensare l'inesperienza giornalistica, nè a vincere la diffidenza generale che aveva accolto il mio debutto.
I giornalisti di professione giudicavano con un certo disprezzo, misto a curiosità, l'individuo che non usciva dalle loro schiere, che usava metodi diversi e contrastanti con le consuetudini ed anche con le regole tipografiche, nè assegnavano importanza alle conoscenze marinare e tecniche, poichè queste - in fatto di marina - nel nostro felice Paese sono qualità trascurabili: chiunque diventa scrittore navale purchè sappia sostenere cause particolariste sulla scorta di informazioni generosamente fornite dagli interessati e purchè usi la precauzione di infilare un poco di retorica a base di coscienza navale e di repubbliche marinare del Medio Evo!
I capitalisti del mare non erano secondi nella espressione di scetticismo e di curiosità verso una persona che proveniva da un ambiente completamente diverso da quello mercantile che si dedicava ad atteggiamenti di indipendenza di pensiero, nè lo consideravano temibile giacchè non si temono i galantuomini, nè coloro che non mercanteggiano il loro appoggio.
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Giulio Tanini Paese Medio Evo
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