Chi vive sul mare in continua presenza dei pericoli, lottatore dotato di propria personalità e responsabilità, anche se adibito ai più umili servizi, spesso costretto a soffocare le ansie ed i timori per i cari lontani, non può nemmeno essere paragonato nè per trattamento materiale, nè per considerazioni sociali, con chi ogni giorno trova conforto negli affetti famigliari e che, lasciato il posto di lavoro, dimentica nel turbinio della vita quanto vi è di aspro e di dolorante nella sua occupazione professionale.
Giulio Tanini, Poeta, ma amante dei marinai, condivideva tali idee e parlandone lungamente, l'ultima volta che lo vidi, quasi presago della sua prossima fine, mi disse: "Io sono vecchio, molto vecchio, più poco tempo ho ancora da vivere, ma ella è giovane ancora e lotti, lotti sempre con fede e fra i tanti problemi che affronta, non tralasci mai di far sentire la sua voce a favore di questa povera gente, che lei conosce e non si unisca al coro di quelli che la combattono per partito preso".
Caro e bel vecchio, dall'aspetto e dall'animo di un saggio dell'Ellade, Poeta gentile e sognatore di una umanità redenta.... Egli fu per me un amico, un consigliere, un critico delicato; mi volle bene perchè specialmente comprendeva che del marinaio avevo studiato ed analizzato il lato psicologico, ed io lo ricordo quale l'unica persona che non sorrise dei miei sforzi, mi comprese e mi aiutò.
In solo vivendi causa palato est.
JUVENALIS.
ALFA E OMEGA
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Quando le membra mie crepiteranno
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