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      Lotta di ogni giorno, di ogni ora, di ogni minuto, nella quale la vecchia insidia è costantemente all'agguato, armata della forza immensa che le proviene dalla stessa nostra costituzione organica di esseri fragili e di schiavi degli istinti e dei bisogni.
      Tutto ciò sanno e sentono bene coloro i quali, nauseati della bassezza di una vita senza fremiti e senza ideali, senza vittorie e senza sconfitte, trovano una fonte di gioia nel dedicare le proprie forze spirituali, intellettuali e materiali, alla lotta per la ricerca di un mondo migliore, e a questa lotta partecipano colla penna, colla parola, colle armi, e al loro ideale fanno pur quotidiani sacrifici di ogni specie. Chè ad ogni passo della loro vita agitata, ad ogni nuovo sacrificio, sentono sì la soddisfazione del bene compiuto, ma di contro si sentono mordere dal brutale rimprovero del vecchio istinto che non cede e non disarma mai.
      E allora filantropi o agitatori, cospiratori o polemisti, uomini di piazza od eremiti, sentiamo il rimpianto del tempo perduto, la irritazione dei disinganni provati, il rincrescimento della minore agiatezza procurata a noi e ai nostri cari, e dagli angoli più remoti della nostra anima impura, dove sta accovacciato il bestiale egoismo atavico, sentiamo salire un ghigno sordo che ne irride agli ideali e tenta riportarci solo alla contemplazione del nostro personale interesse.
      Ma vi sono le rare eccezioni. Vi sono gli uomini che hanno saputo stroncare definitivamente la catena dell'istinto, che sono riusciti a strapparsi di dosso questa camicia di Nesso che la matrigna natura ci ha posto.


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Giulio Tanini nella sua vita e nelle sue opere
di Giulio Tanini
Tipogr. Barisione Genova
1922 pagine 108

   





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