La grande manifestazione di cordoglio di tutta la cittadinanza genovese nel giorno dei suoi funerali, è superiore ad ogni sia pur appassionata e vibrante rievocazione.
La figura del Vegliardo della Federazione Italiana dei Lavoratori del mare, ha lasciato imperitura eredità di affetti fra quanti ebbero occasione di avvicinarlo. I di lui scritti poi, che dovrebbero essere meditati da tutti gli italiani, sono un ammaestramento impareggiabile dal quale scaturisce la grande missione del divenire umano e indicano luminosamente la via da seguirsi da chi intenda degnamente esercitare una Santa Missione nel mondo per il bene dei traviati e dei sofferenti.
Appresi non senza amaritudine, degli ultimi istanti di sua vita, attraverso la descrizione commovente fatta dalla chiarissima scrittrice Valeria Vampa. Quella lettura raddoppiò in me il rammarico col quale assistetti col cuore in sussulto al di lui eterno commiato dai vivi; ed allora soltanto mi parve che di Giulio Tanini si poteva dire di più.
Certo gli fui amico fra i più cari ed accetti. Meditai e sognai insieme a lui di conseguire il giusto concetto della vita. Ancora navigante, e in preda a dubbi innumerevoli, gli mandavo sovente per iscritto i miei pensieri: meditazioni lunghissime di mie veglie d'oltroceano. Ai quali scritti Egli sempre amorevole e convincente, rispondeva con vivo interessamento dimostrando, sia il compiacimento di poter trarre la mia fantasia eccitata sulla strada maestra del Bene, sia di avere un giovanissimo collaboratore nelle lotte per l'Umanità. Ed in vero i suoi scritti mi riempivano l'anima di buona volontà operatrice, mi rendevano meno penose le sofferenze ed i pericoli del mare, insegnandomi a soffrire, a benedire, ad amare.
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