È ripugnante, mi diceva una volta, vivere al modo di tanti che vivono, se pur non insozzati nel vizio, senza un concetto preciso della vita e senza mai alzare gli occhi verso il cielo stellato o il mare immenso, alimentando esclusivamente il corpo e vivendo solo per il corpo.
Dalle molteplici tendenze che oggi tengono schiava e divisa l'umanità, noi dovremmo trarre i frutti migliori e formarne un tutto armonico, atto ad evolvere ed a guidare la famiglia umana sul retto sentiero che le è stato assegnato dall'Eternità.
Invece l'uomo, dotato di naturale ragionevolezza, si scaglia contro l'uomo, come la materia contro la materia.
Il pensiero di dover un giorno dar conto della nostra esistenza allo stesso principio di esistenza che ha operato in ciascun di noi il mistero della vita, dovrebbe essere il punto di concentrazione di ogni attività umana, sostituendo così alla massima inverosimile che ogni individuo debba possedere un proprio metodo di pensare e di agire, la massima che tutta l'umanità debba pensare uniformemente ed agire verso una meta unica, perchè uno solo è il fine ad essa assegnato ed uno solo il mezzo per raggiungerlo. «Ogni uomo deve riflettere nella propria coscienza il principio morale dell'Umanità, e per essa lavorare, sacrificarsi e, qualora occorra, dare anche la vita».
Il benessere dell'Umanità era il fine da Lui predicato. Benessere spirituale e materiale, elevazione della mente e del cuore al disopra del fango, delle ambizioni, del ludibrio, delle passioni brutali.
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