Nulla per sè e il tutto equamente diviso affinchè i tentacoli orribilmente vischiosi della miseria non vadano smisuratamente stendendosi e moltiplicando e le vittime della spaventevole piovra non si accomunino un giorno per la vendetta.
Occorre fare sempre più e del proprio meglio - diceva - non per i singoli individui, ma per la comunità. Così scrisse la lirica «A te Marinaio» tutta vibrante di umanesimo e le note biografiche su Amilcare Cipriani a prò dell'Asilo dei «Senza tetto» per il quale diede il primo obolo. Questa frase è un grido di ribellione contro tutto ciò che è iniquo:
«I lupi hanno le loro tane e gli uomini ramminghi sulla terra non sanno dove riposare la notte le stanche ossa»
Certo Giulio Tanini pensava a questo detto di Cristo invocando a Genova il rifugio dei deseredati, per i quali ci si dovrebbe chiedere sul serio che rapporti vi sono fra l'umana volontà e il destino, e certo in questo pensiero si rivolge al poeta Malinverni:
«Carlo, la notte quando tutto tace,
di tua Genova onusta e insuperbita,
solivago cruciato, senza pace, scruto la vita;
e m'avvicino con immenso duoloa chi geme per terra in vichi oscuri,
veggo madri coi figli al nudo suolo, un giorno puri;
travolti ora agli orror de la miseria;
sozzi, malviventi dissipatiludibrio estremo a l'ultima materia, co i cuor malati».
E non voleva la consueta carità bottegaia dei farisei, bensì una solidarietà che aiutasse a redimere e sollevare l'esercito anonimo che spesso la sventura ha reso incapace alla ricerca dignitosa del lavoro da cui si trae un pane onorato e sicuro, sapendo altresì, come a causa dei sociali ordinamenti difettosi e deficienti la vita che si vive è in continua contraddizione con l'individuo e auspicava col socialismo la rigenerazione della civiltà.
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