Ma vagheggiando una fraternità universale che cessi dal fare dell'Uomo il nemico e l'antagonista implacabile dell'Uomo, rimase italianissimo, desiderando fosse la sua salma arsa a Lucca sua città natale.
Sensi di italianità, desiderii, idee, aspirazioni, credenze, che mantenne intatti sino all'estremo sospiro.
Nel suo volume «Calatafimi», sui Mille, leggesi questa dedica:
«La mia vision quì sta - Bronzetti addio, è l'ultima parola;
accolga il mio cor stanco il folto oblio nel sogno che s'invola,
tarda pietà, postume lodi io sdegno de la gente volgare;
fonda in faville il cor tra rosso legno e lo inabissi il mare,
ed entro il mar scintilli, e nel più folto formicolio di vita,
con gli ultimi bagliori ei venga accolto ne l'energia infinita».
Non ebbe nel trapasso della vita che va verso il mistero del principio e della fine, la pietà dei volgari.
Spirò circondato dai suoi, salutato dall'amico suo dilettissimo: il capitano Giulietti, che seppe penetrare sino nel profondo di quello spirito eletto. Spirò dopo aver detto: - addio addio, addio a tutti, mentre con gli occhi rivolti in alto sussurrava: - vengo vengo, vedo la mia strada fatta di luce.....
Ora Egli non è più. La sua Salma si è sciolta in un grande bagliore di fiamma. Rossa come il Suo cuore ardente d'infinita bontà.
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La Federazione Marinara
comunica alla stampa la mortedel Poeta Umanitario
Da «IL LAVORO» del 1° Luglio 1921:
«Ieri notte, dopo lunga malattia, è spirato nella Casa di salute del «Galliera», il professore e letterato e poeta Giulio Tanini, nostro compagno di lavoro e di fede.
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