Siamo al 1869 e le condizioni finanziarie della famiglia lo obbligano a cercarsi lavoro. Viene impiegato in Valfonda, nella ferrovia romana, dove spesso deve sorgere in difesa di compagni fatti bersaglio dalle angherie di superiori disonesti.
Per queste difese viene punito e mandato in Maremma dove risiede fino al 1884. Da quest'epoca cominciano le persecuzioni per il suo colore politico internazionalista e per la difesa dei suoi colleghi colpiti ingiustamente. Polemizza sui giornali L'Amico e il Treno. Appena scoppia il colera a Napoli, Egli parte in soccorso dei colerosi e lavora con la squadra Felice Cavallotti; vi rimane fino a che il fiero morbo viene arginato. Gli offrono una medaglia d'oro per l'opera sua, ma Egli la mette in vendita ed offre il ricavo ai colerosi bisognosi.
Per un'ingiusta nomina di un suo collega di molto inferiore in graduatoria, si reca a Firenze per protestare verso il direttore dei telegrafi dal quale dipende. Ricevuto brutalmente, reagisce ed č costretto a passare a vie di fatto. Temendo di essere degradato o licenziato, parte per l'America. Sbarca a Buenos Ayres nel gennaio del 1885; nella grande metropoli Argentina sperso e solo, non trova lavoro: si accontenta di mangiare pane solo e di dormire in una vecchia nave ancorata. Ma Egli non si scoraggia, s'imbarca come marinaio in una carboniera in partenza per New York. Si ferma in questa cittā ed č costretto a soffrire un mese di fame e a dormire nelle piazze. Nel 1886 č ammesso quale telegrafista in un ufficio di Broad Way.
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