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      Ma, secondo me, il prosatore non è all'altezza del poeta. Quest'impressione non può a meno di farla, avendo scritto pochissimo in prosa. Come si può fare un giudizio coscienzioso da alcuni pochi cenni biografici, che ha dato alle stampe? Certo dal concetto che ormai mi son fatto di lui, potrei ben credere che avrebbe potuto e potrebbe fare delle prose degne d'encomio.
      Quelle poche che ho lette, sono scritte con spigliatezza, qualche volta con stile famigliare, tal altra elevatissimo sempre nella più pura lingua come non potrebbe altrimenti chi ha attinto alle fonti purissime del greco e del latino.
      Se il Tanini avesse scritti e pubblicati i suoi lavori alcuni anni innanzi, oggi, senza dubbio, sarebbe annoverato fra gli scrittori che vanno per la maggiore.
      Ma poichè il suo volume non può non piacere, non destare ammirazione, avrà, glielo auguriamo di cuore, tutta quella fortuna che si merita.
      E. GHISELLIUna lettera del Prof. Avv. Giuseppe Macaggi
     
     
      Genova, 25 Luglio 1915.
     
     
      Preg. Sig. Prof. Giulio Tanini,
     
      La domenica mi concede qualche ora di riposo da dedicare ai doveri dell'amicizia. È un dovere che compio ora, e assai gradito, quello di ringraziarla pel gentile e prezioso dono della sua «Visione di Calatafimi». Ho tardato a compiere tale dovere perchè ho voluto avere letto, in massima parte almeno, il volume, oltrechè perchè oppresso da continue occupazioni e preoccupazioni. Il libro mantiene assai più che non promette il titolo. Una vena alta e larga di poesia lo pervade tutto quanto.


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Giulio Tanini nella sua vita e nelle sue opere
di Giulio Tanini
Tipogr. Barisione Genova
1922 pagine 108

   





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