«Contro gli autonomisti, la Federazione dei Lavoratori del Mare, prima del marzo 1913, prima cioè dell'epoca fissata per la presentazione alla Camera del progetto sulla riforma e fusione delle Casse Invalidi, dovrà fare in Roma, davanti a Montecitorio, una manifestazione con naviganti napoletani, calabresi, siciliani per riaffermare il desiderio concorde, nella questione delle Casse Invalidi, di tutti i marinai d'Italia, e per protestare, in maniera inconfutabile, contro quei pochi, ma pure influentissimi Deputati meridionali, che, arrogandosi il diritto di parlare in nome e nello interesse dei marinai meridionali – benchè da questi ripetutamente sconfessati – sostengono l'autonomia delle Casse, pur sapendo che, operando in tal guisa, se soddisfano i loro capi elettori, colpiscono i più vitali interessi della marineria italiana.
SCIOPERO GENERALE PERIODICO
«Se dopo questa manifestazione, il Governo, liberato dai suoi influenzatori, volesse ancora temporeggiare e rinviare a più lunga scadenza il pagamento del debito che il Paese ha da troppi anni verso la classe marinara, la Federazione nostra ricorrerà necessariamente alla sola arma di difesa, che ancora potrà far valere, contro chi si vuole ostinare ad opporsi alle giuste rivendicazioni dei suoi iscritti: scoppierà allora lo sciopero generale periodico di tutti gli equipaggi, avente per mira la crisi del Ministero che avrà le redini del potere e che certamente dovrà lasciare perchè chi fa del male a migliaia e migliaia di bambini, di vecchi e di orfani, deve essere inesorabilmente travolto dal male stesso che compie (Vivi applausi).
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