protesta contro quei Deputati che, malgrado siano stati ripetutamente sconfessati e diffidati dai lavoratori del mare meridionali, pretesero e pretendono in Parlamento e fuori di erigersi a loro difensori, sostenendo con falsi argomenti l'autonomia delle Casse Invalidi, pur sapendo che questa, appunto perchè corrisponde agli interessi degli impiegati alle Casse ed al mantenimento di una forte base locale elettorale, impedisce la costituzione di quella Cassa Pensioni Unica, tanto propugnata dalla Federazione dei Lavoratori del Mare, perchè è la sola che potrà funzionare – attraverso una serie di possibili miglioramenti – secondo i bisogni e le aspettative degli invalidi e vecchi naviganti».
ORDINE DEL GIORNOVotato all'unanimità dal Congresso
I caposaldi di quella memorabile adunata, formulati nell'ordine del giorno che venne votato alla unanimità dal Congresso, furono questi:
«I Lavoratori del Mare, riuniti a Congresso a Genova, il 21 aprile 1912, nel Salone delle Compere, in Palazzo San Giorgio, presenti i rappresentanti di tutti i sodalizi dell'Italia marinara;
«UDITA la relazione del «Comitato Nazionale per la Riforma e fusione delle Casse Invalidi» e quella dei rappresentanti la Federazione Nazionale Lavoratori del Mare;
«CONSTATATO che la riforma e fusione delle Casse Invalidi e Fondo Veneto, previo il pareggiamento dei rispettivi capitali, in confronto ai rispettivi impegni, sono unanimemente richieste dalle genti marinare dell'Italia tutta, contrastandovi solo pochi privati interessi;
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