Dal giornale «Avanti» stralciamo:
«Quello che è avvenuto nella sede della Università Popolare, è ormai passato in seconda linea di fronte all'atto di inaudita violenza commesso dalla Polizia con l'arresto di Giulietti. Si poteva forse comprendere un arresto al momento del tafferuglio, ma questo non è avvenuto. E invece che avvenne? Dopo poco, quando tutto era finito, certi pretesi sovversivi si presentano a denunciare alle Autorità il Capitano Giulietti, e la Questura, solo in seguito a questa denuncia procede all'arresto. Ma allora, perchè un uomo sia tradotto in carcere basta che un denunciatore qualsiasi si presenti al Questore a denunciare cose immaginarie? Noi abbiamo letto anche in giornali tutt'altro che sovversivi il vivissimo biasimo all'autorità genovese per questo arresto; ma vedrete che, per rispetto al principio d'autorità, si vorrà persistere nell'errore.
«Quando poi a quei sovversivissimi che non hanno esitato a rendersi ridicoli denunciatori, abbiamo il piacere di conoscerli e di... disprezzarli a qualsiasi partito essi appartengano. Quando, per soddisfare i propri umori politici, non si ha nessuna ripugnanza di ricorrere alla Polizia nell'esercizio delle sue funzioni, non si ha diritto di chiamarsi socialisti, nè sindacalisti, ma semplicemente « spie ».
IL MANIFESTO DELLA FEDERAZIONEMENTRE GIULIETTI ERA IN CARCERE
In tale occasione la Federazione dei Marittimi pubblicò il seguente manifesto:
«Lavoratori del Mare,
«La reazione borghese minaccia di colpire il capitano Giulietti; il Segretario Responsabile della nostra Federazione, l'anima della organizzazione marinara, il fratello maggiore di tutti i lavoratori del mare, colui che al miglioramento della classe marittima ha destinato la sua anima, tutta la sua fede di socialista, l'infaticabile operosità, la vita.
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