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      Appena iniziata l'agitazione, Giulietti lanciò il seguente manifesto:
     
      «Marinai, italiani!
      «Questa, che si combatte a Venezia dal personale navigante per il trionfo dei diritti alla vita e per la rivendicazione del decoro di classe, non è una semplice battaglia in cui le forze poste di fronte combattono ad armi uguali e con pari lealtà. No! Questa meravigliosa e gigantesca agitazione, che sconvolge l'attività di tutto un versante italiano, è qualche cosa che esce dai limiti usuali di un conflitto in cui l'uomo lavoratore si trova tra il capitale e il lavoro schiacciato, annichilito, è un fatto storico di una gravità eccezionale che fa appello, non solo alla compattezza e all'onore di tutta l'Italia, ma anche alla situazione politica della patria che desidera che i suoi marinari ottengano giustizia. I marinai adorano la patria e vogliono che la Marina si sviluppi e che i traffici procedano tranquilli e siano liberi e indipendenti da qualsiasi soggezione straniera. I marinai stanno però male, sono malamente trattati.
      «Scendono in lotta compatti per ottenere giustizia, e la otterranno!».
     
      Genova, 16 ottobre 1913.
     
      Cap. IX
     
      VITTORIA A VENEZIA SULL'«ITALIANA»
      IL FERMO DI TUTTA LA FLOTTA
     
     
      La Federazione Marinara aveva chiesto all'«Italiana» un nuovo contratto di lavoro o di arruolamento per gli equipaggi ed un nuovo regolamento organico per gli ufficiali.
      Si trattava di dare una nuova e assai migliore fisionomia ai rapporti tra Armatori e Gente di Mare. Vincendo, le condizioni dei marittimi sarebbero state notevolmente migliori.


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Storia della Federazione Italiana dei Lavoratori del Mare
di Giulio Tanini
Tipogr. Angassini Genova
1952 pagine 173

   





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